Oggi mi alzo e blocco i treni

Oggi mi alzo e blocco i treni
Questo, è il pensiero che migliaia di studenti hanno fatto la mattina del 30 novembre 2010

Durante le mobilitazioni studentesche dell\’anno passato un grande movimento si è opposto ad una riforma dell\’università che, come le precedenti, vuole un’ università sempre più classista e schiava delle logiche di mercato. Un’ università non come luogo di confronto e crescita qualitativa, ma sempre più come esamificio, che allena lo studente ad apprendere il più velocemente possibile pacchetti d\’informazioni preconfezionate.
L’attuale situazione di crisi, ovvero il ripresentarsi del fallimento del sistema economico in cui viviamo, è ormai evidente a chiunque. È ancora più evidente dopo la manovra finanziaria recentemente approvata dal governo, che di fatto toglie ai poveri per pagare il debito dei ricchi. Privando di servizi chi non può permetterseli e affidandone la gestione a privati – che su questi vogliono trarre profitti – si sta tentando di salvare un economia fondata sullo sfruttamento dei più. Per tal motivo, ogni movimento che proponga di cambiare questo stato di cose, produce adesione e partecipazione laddove prima vi era indifferenza. Continua a leggere

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Per le lotte è sempre primavera!

piazzetta caduti della resitenza dalle 20.30

 


Una serata per confrontarsi sulle cose che stanno avvenendo sulla nostra pelle, quella degli operai, degli insegnanti, dei precari, quella degli studenti che non hanno la sfortuna di essere figli del presidente o di qualche buon industriale.

Un occasione per parlare della  manovra finanziaria che ci schiaccerà in brevissimo tempo per poter ripagare il debito che lo stato ha fatto per garantire ai grandi capitali di poter essere ancora redditizzi e alle banche di salvarsi nel 2007-8.  Una serata per parlare di diritto allo studio, sarà infatti pronto un breve documento che il collettivo universitario 808 ha prodotto sul fondo di garanzia per prestiti che il ministero per la gioventù ha istituito. Una serata per la Val di Susa, con materiale informativo e qualche oggetto dalla valle che resiste; ci sarà anche un opuscolo con i nostri sentimenti, le nostre impressioni sulla lotta contro il TAV.  Una serata per affrontare assieme le denunce che sono giunte a 19 persone a padova per l’occupazione della stazione del 30 novembre scorso durante le mobilitazioni contro la riforma Gelmini a cui parteciparono migliaia e migliaia di studenti.

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Solidarietà al C.P. Gramigna

Esprimiamo completa solidarietà ai compagni del C.P. Gramigna, visitati stamane (28/09) dalla sbirraglia.

È significativo dei tempi in cui viviamo l’operazione di polizia che oggi ha colpito 4 compagni padovani con perquisizioni nelle loro abitazioni e nela sede politica dell’associazione “Nicola Pasian” e il sequestro di materiale di vario tipo (pc, scarpe, volantini di 4-5 anni fa, fotocopie di un libro di Mao, edito da 80 anni etc).

Il vasto sperpero di soldi pubblici di cui parliamo è legata ad un volantino comparso sui muri di Padova 3 settimane fa. Il volantino ironicamente, denunciava il sindaco di Padova per le sue politiche razziste, xenofobe, speculative, per la militarizzazione della città, per la continua opera di riabilitazione del fascismo (a causa della concessione di spazi e della partecipazione alle varie iniziative che Casa Pound e altri gruppi di fascisti organizzano in città con scadenza regolare) e per l’appoggio del suo partito, Pd, alle guerre imperialiste, “condannandolo” alla pena di anni 20 di lavoro alle presse in fonderia.

Nel verbale di denuncia leggiamo che i compagni sono accusati di aver incollato tali volantini sui muri, ma cosa ancora più grave di minaccia a pubblico ufficiale e istigazione. Inoltre viene rilevato come venga inflitto al sindaco un male ingiusto condannandolo a 20 anni di lavoro: forse finalmente si sono accorti anche loro di come lavorare,non 20 anni, ma una vita intera in fabbrica sia veramente la peggior condanna.

In un contesto internazionale caratterizzato da un clima sempre più incandescente si intensifica la caccia alle streghe probabilmente in vista di un autunno che promette scintille a partire dalla grande mobilitazione del 15 ottobre a Roma preparando un terreno di divisione con il solito schema di “buoni e cattivi”

Anche alla luce di questo atto di repressione e intimidazione rialanciamo l’importanza della partecipazione alla manifestazione del 15.

 

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L’Aquila dopo il terremoto esperimeno di gestione sociale

Su youtube il video che abbiamo realizzato per l’iniziativa del 19 maggio in aula B3 a Ca’Borin – dip. Scienze Politiche –  Padova


L’Aquila esperimento di gestione sociale

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Violenza o Giustizia? Brevi note a partire dalla giornata del 3 in Val di Susa

Riceviamo e pubblichiamo queste riflessioni sulla giornata del 3 lugnlio in Val di Susa

Hugo Stiglitz
Padova, 7/7/2011

Lunedì 4, all’indomani delle manifestazioni in Val di Susa, a proposito della Tav un articolo in prima pagina su La Stampa sosteneva che non bisogna andare troppo per il sottile riguardo le distinzioni tra manifestanti buoni e cattivi, violenti e non, quando questi in comune rivendicano un linguaggio ed un’impostazione da guerra civile. Perchè la democrazia, ci ricorda l’autore riprendendo un intervento di Chiamparino, è fatta di regole, per cui decisioni prese con i meccanismi legittimi di deliberazione non possono essere ostaggio di una “minoranza localistica condannata a diventare l’alibi dei professionisti della guerriglia”. E questi meccanismi sono gli unici in grado di integrare esigenze internazionali (le richieste di un Unione Europea che rappresenta tutti i cittadini europei), interessi nazionali (rappresentato dalle legittime istituzioni che agiscono per il bene del sistema-paese), e richieste locali (che si esprimono nei tavoli tecnici e osservatori). E che lasciano spazio pure per i non contenti, liberi di esprimere il proprio dissenso.
Queste le legittime mediazioni assegnate al rappresentato per far valere la propria posizione.
Come mai allora in così tanti e determinati, talmente tanti da inondare una valle, talmente determinati da far saltare le solite dicotomie violenti/non violenti, non si è accettato questo destino di sostanziale passività politica?

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