London’s Burning

Ieri, 10 novembre, a Londra, migliaia di studenti sono scesi in piazza a protestare sopratutto contro i tagli ai finanziamenti pubblici alle università e i conseguenti aumenti delle rette.


Esasperati dal continuo aumento di tasse universitarie, esasperati dalla mancanza di prospettive solide per il futuro lavorativo e per un manifesto disinteresse del governo di destra rispetto alle problematiche legate al mondo universitario gli studenti si sono recati in corteo fino al quartier generale dei Tory a Londra, la Millbank Tower prendendola d’assalto e occupandola, sfondando le barriere della polizia.

Esprimiamo solidarietà e vicinanza a questi studenti che, prendendo coscienza del proprio ruolo all’interno della società, non solo hanno fatto valere un loro diritto, ma hanno seguito anche il dovere che ogni persona ha di intervenire attivamente nelle decisioni politiche. E’ importante conoscere le pratiche di lotta messe in campo negli altri paesi europei dagli altri studenti, Inghilterra in questo caso, in risposta alle decisioni governative. Non è importante perché speriamo in un ‘copia-incolla’ di queste pratiche ma per alimentare e sviluppare il dibattito su quali altre strade percorribili il movimento italiano, a Padova come altrove, possa prendere. È infatti innegabile che una lotta vincente è una lotta faticosa, che vede tutti determinati e partecipi in prima persona, che si declini in aspetti di imprevedibilità e non che riproponga le solite pratiche ‘trite e ritrite’, che ricerchino la semplice risonanza mediatica. Risonanza che puntualmente non si verifica dato il silenzio stampa imposto dal potere ai suoi organi propagandistici, (i giornali, le televisioni) riguardo alle iniziative promosse dai movimenti di protesta ed opposizione. Il corteo di protesta è nato come il più potente mezzo che le persone hanno per esprimere il loro dissenso nei confronti delle imposizioni governative, il suo unico fine è quello di portare dei risultati pratici, immediati.
Nel momento in cui si organizza una protesta o un corteo e si concentrano le attenzioni solo su come riuscire a rendere clamorosa e visibile tale protesta, il fine non sarà più quello di ottenere dei risultati pratici una volta per tutte, ma sarà semmai quello di agghindare, colorire il corteo-sfilata. In questo modo ci si priva del più importante mezzo di democrazia diretta dato alle persone e lo si trasforma in un evento sociale(come lo è una festa, il cui unico risultato sarà quello della condivisione delle foto e i filmati su facebook), null’altro.
In vista della scadenza del 17 novembre, quando studenti e precari scenderanno in piazza, costruiamo un percorso alternativo, valido.

Video dell’occupazione

Da Rennes a Padova, da Londra ad Atene

Student of Europe: RISE UP!!!

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