Corteo studentesco il 17 Novembre

Corteo studentesco 17 novembre alle 9 in piazza antenore

Da Londra a Brescia, da Rennes ad Atene, passando per Terzigno.

Dove le crisi del sistema sono più manifeste o dove la sua volontà di imposizione è maggiore, si concentrano le proteste, li sorgono gli scontri (violenti o meno), perché lì la realtà è evidente al di la di ciò che raccontano televisioni e politici.

Oggi all’interno dell’università stà diventando evidente la volontà del governo e di chi, con il governo, spartisce interessi e divertimenti.

Da quasi venti anni l’università italiana viene lentamente modificata per adattarla alle nuove richieste dell’economia:

Il lavoro sempre più precario e senza garanzie, che può tentare di concorrere con i paesi in via di sviluppo, necessita di una formazione asettica, tecnica e professionalizzante in cui il tempo sia standardizzato e sempre meno nella disponibilità di chi studia.

La corsa ai crediti, il lento declino qualitativo e l’impressione che a noi studenti rimanga poco, dopo aver dato un esame, sempre più, fatto per dovere, piuttosto che interesse. Questi sono i fatti di fronte a cui ci troviamo ormai da tempo altri sono più recenti:

1) dal 2008 la legge n°133 ha stabilito un taglio di 455 milioni di euro annui al fondo di finanziamento ordinario dell’università,

2) più di un anno fa è stato presentato il disegno di legge per le riforma dell’università (Gelmini) : spostamento dei poteri del senato accademico al consiglio d’amministrazione, maggiori poteri al rettore, ingresso di privati, fondazioni o enti nel c.d.a. (senza neppure la necessità che finanzino!), la precarizzazione ancora maggiore dei ricercatori. Questo DDL inizia la sua discussione parlamentare giovedì 18 novembre e la sua approvazione è calendarizzata per il 25.

3) Meno di due settimane fa è stato approvato un taglio dei finanziamenti per il diritto allo studio (borse, mensa, etc.) che sarà del 90% in 2 anni.

Questo parlando, in modo assolutamente non esaustivo, solo del livello più alto della formazione italiana. Un atteggiamento simile è stato riservato anche al resto dell’istruzione: con gli insegnati precari lasciati a casa e la formazione di classi sempre più numerose, con sempre meno assistenza per i ragazzi disabili.

Se, tu che leggi questo volantino, credi che l’università e la formazione tutta sia importante, se sei convinto che vada profondamente ricostruita, che vadano distrutte le logiche baronali, che non sia possibile credere in una fantomatica naturale incondizionabilità della scienza, se credi che queste riforme e questi tagli, non facciano che proseguire nel solco che vuole distrugere la capacità critica degli studenti, che fa cescre la gerarchizzazione dell’università e che aiuta a mantenere ed incrementare l’accettazione del mondo lavorativo come ci circonda: fatto sempre più di ricattabilità, precarietà ed ingiustizia;

allora dobbiamo combattere assieme questo stato di cose, noi con i lavoratori italiani ed immigati.

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