AD OGNI SGOMBERO, SARA’ UN’OCCUPAZIONE!
HANNO SGOMBERATO LA BARACCA, MA LE NOSTRE IDEE SONO PIU’ FORTI DI PRIMA!

Alle 5.30 del mattino di venerdì 10 agosto, una cinquantina tra polizia e carabinieri in assetto antisommossa, digos, civis e operai dopo aver bloccato via Marzolo e le vie adiacenti hanno scassinato la porta d’ingresso della baracca e hanno fatto irruzione urlando, portando in questura e schedando cinque compagni studenti che dormivano all’interno.
Quando sono entrati hanno distrutto lavandini, sanitari, impianto elettrico e finestre, nonché smantellato armadietti, tavoli e sedie con il supporto di operai tecnici. Gli studenti presenti al momento nello stabile si sono visti sequestrati i cellulari, sono stati portati in questura, schedati, accusati di occupazione e danneggiamentato e rilasciati 6 ore dopo.
Questo vile atto di forza è chiaramente interpretabile in previsione del possibile riemergere di un movimento di protesta ampio e radicale in risposta alle politiche di austerità che coinvolgono anche l’università, attraverso la già approvata riforma Profumo, che comporterà l’ulteriore aumento delle tasse, la riduzione dei servizi (mense, alloggi, borse di studio, aule studio, trasporti, libri, ecc.).
Lo sgombero si colloca anche in un clima di intimidazioni nei confronti dei frequentanti, portato avanti dal pro-rettore all’edilizia dell’università di Padova Gennaro. Gli spazi universitari occupati, come la Baracca, fanno paura perchè permettono agli studenti di trovare spazi, tempi e modalità per confrontarsi tra loro e quindi analizzare, criticare, opporsi alla trasformazione dell’università in una fabbrica di futuri precari e in una istituzione alla mercé di banche e aziende private.

Coscienti di tutto questo, inizialmente ci si era riappropriati di questo spazio lasciato abbandonato dall’università, all’interno del quale è stato quindi possibile studiare in tempi non imposti e senza essere videosorvegliati, e vivere una socialità non “mordi e fuggi”, come quella a cui ci vogliono abituare.
Ma la Baracca occupata non è stata solo un’aula studio.
Quello che l’occupazione ha permesso di fare è stato rendere possibile un’alternativa: gli studenti avevano il potere di decidere direttamente quali attività fare, e come (cineforum, corso di teatro, ecc.). Hanno avuto luogo moltissime iniziative e dibattiti, politici e culturali. La gestione dello spazio era collettiva ed aperta a tutti e ciascuno poteva prenderne parte attivamente.
Un’occupazione che quindi si poneva in antitesi a un’università che non è slegata dall’organizzazione politica ed economica della società, ma è anzi il fulcro di riproduzione dell’ideologia della classe dominante e uno dei mezzi con i quali quest’ultima porta avanti il proprio potere, rendendoci servili e ricattabili.
In quanto studenti, questo è il trattamento che ci riservano; in quanto lavoratori, siamo precari, sottopagati, sfruttati, e minacciati di licenziamento (vedi la recente controriforma del mercato del lavoro); in quanto persone, ci tolgono sanità, servizi, istruzione…
Ci vogliono togliere tutto quello che abbiamo conquistato e quel poco che ancora ci rimane, e lo vogliono fare nel silenzio e nella completa rassegnazione.
Ma noi non staremo a guardare, e ci riprenderemo tutto!

A sarà dùra!

Baracca Occupata

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DAI QUARTIERI ALLE UNIVERSITÀ NESSUNO SGOMBERO FERMERÀ LA NOSTRA LOTTA!

no allo sgombero del gramigna

Il 4 luglio le forze della repressione hanno sgomberato il centro popolare occupato Gramigna in quartiere Forcellini a Padova. L’azione ha visto il dispiegamento di digos, polizia, carabinieri, protezione civile e operai comunali, che hanno operato la chiusura totale della strada e l’abbattimento dello stabile. Questa operazione è ovviamente stata pagata con soldi pubblici e ha provocato diversi disagi agli abitanti del quartiere, alla linea dell’autobus e a tutti quelli che con le proprie auto si recavano al lavoro. Continua a leggere

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Contro la repressione non si tace, nessuna giustizia nessuna pace!

Riflessioni in merito al perché abbiamo organizzato il concerto del 16/06

Abbiamo deciso di fare questo concerto “contro la repressione” a seguito di varie riflessioni avvenute all’interno del collettivo durante quest’anno in cui la tensione sociale è andata via via crescendo, dato gli attacchi sempre maggiori, qualitativamente e quantitativamente, da parte delle forze reazionarie.

Fin tanto che l’espansione economica, anche attraverso la finanza, ha garantito buoni profitti, la classe padronale ha potuto accettare che ai lavoratori fossero garantiti salari decenti e un certo grado di welfare, che ha portato per i più, almeno in Europa, ad un livello di vita accettabile anche strumentale all’assopimento della conflittualità sociale. In momenti di crisi, quando anche i profitti dei padroni sono a rischio, si comincia a colpire sempre più a fondo quei diritti collettivi ottenuti in passato con la lotta. Continua a leggere

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Serata benefit

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Lotte per la terra nel Bajo Aguan, Honduras

Pubblichiamo l’articolo che ha scritto una compagna del collettivo 808 sulla lotta dei contaidini nel Bajo Aguan, Honduras, attualmente una delle piu attive, organizzate e determinate in Centro e Sud America che proprio per questo i media internazionali assolutamente ignorano e dunque sta a noi far circolare l’informazione.
E’ scritto sulla base dell’intervento che la compagna ha fatto in occasione dell’iniziativa della Giornata della Terra “AtTERRiAmoli” organizzata in Baracca Occupata e ampliato con più informazioni e dati.
E’ un intervento principalmente di informazione e invito alla solidarietà internazionalista, pensato per chi non conosce molto la realtà attuale dell’Honduras e della zona della Valle del fiume Aguan in particolare.

Il pdf dell’articolo lo trovate in “documenti” o cliccando QUI

Nel febbraio 2012 è stato organizzato l’Incontro internazionale per i diritti umani nel Bajo Aguan, nel nord-est dell’Honduras, una quattro giorni in solidarietà al popolo honduregno, convocato dall’Osservatorio Permanente dei Diritti Umani creato proprio nell’Aguan e da diverse organizzazioni nazionali ed internazionali. La partecipazione è stata alta, si sono registrate circa 1400 persone, la maggior parte rappresentanti di organizzazioni e movimenti locali honduregni, ma anche dal resto del Centro America, dal Sud America, Caraibi (Cuba, Haiti), dagli Stati Uniti, e dall’Europa (Spagna, Italia, Paesi Baschi, Inghilterra e Francia principalmente). Continua a leggere

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