MARCITE SU ROMA!

Il 28 Ottobre del 1922, si
svolse la marcia su Roma, un giorno che rappresenta uno spartiacque
nella storia del nostro paese e che ne avrebbe indicato le condotte
future dei vari attori sociali.

Infatti, occorrerebbe ricordare
più spesso come la tanto decantata marcia per il ripristino dell’ordine
sociale, fu patrocinata dai grandi industriali (basti pensare che la
famiglia Agnelli pagò di tasca loro i treni provenienti da Milano)
spinti dalla paura di perdere le loro rendite parassitarie, causata
dalle rivolte operaie e contadine che chiedevano terra, pane, dignità
ed una società più giusta senza lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Non dobbiamo neanche dimenticare
che l’artefice dell’iniziativa, Mussolini, al contrario di quanto
comunemente viene sostenuto, si trovava al confine pronto a fuggire,
qualora la marcia fosse stata dichiarata fuori legge e sarebbe partito
un mandato di cattura per lui; così come va rimarcato la complicità 
della classe dirigente, che non esitò a consegnargli il governo del
paese, legittimando ulteriormente le pratiche  squadristiche e
prevaricatrici, erigendole a colonne portanti dello status-quo.

Guardando la realtà materiale
dei giorni nostri, possiamo tristemente constatare come a dispetto delle
forme, nella sostanza molto poco sia cambiato: da un lato i nostalgici
del ventennio continuano a praticare la caccia al diverso,  qualunque
esso sia, tutt’ora tutelati dalle istituzioni che concedono loro sempre
più spazi, mentre contemporaneamente reprimono le forze antifasciste
( il caso delle cariche della polizia il giorno del ricordo delle foibe;
le piazze ed i parchi concessi per i raduni ed i cortei nazionali di
formazioni dichiaratamente fasciste in questa città ne sono un caso
emblematico); tutt’ora  foraggiati dal ceto imprenditoriale che
li finanzia ed in cambio ottiene dei fedeli cani da guardia.

Come se non bastasse, l’azione
di questi rifiuti della storia si coniuga perfettamente ad un altro
tipo di fascismo, forse ancora più viscido: quello in doppio petto
filtrato nelle istituzioni che colpisce dispoticamente ed arbitrariamente
le fasce più deboli di popolazione e quelle potenzialmente più irrequiete
ed incontrollabili ( ed è anche in questa chiave  che va letta
lo svilimento delle università, di cui l’ultimo ddl di questi giorni
non è che l’ennesimo passo verso la creazione di una cultura asservita
alle necessità delle aziende e del potere dominante, perdendo di fatto
ogni autonomia intellettuale); il tutto sfruttando abilmente l’apatia,
la rassegnazione ed il qualunquismo dilagante tra la gente , grazie
ad una poderosa campagna mediatico-culturale senza esclusione di colpi.

Ancora una volta il silenzio
è complice della degenerazione, perciò ancora una volta
chi non è disposto a chinare il capo o a girarsi dall’altra
parte, siano essi lavoratori o studenti, deve riunire le proprie forze
e fare si che questo passato, che ha riempito di infamia la nostra storia,
smetta di ripresentarsi davanti ai nostri occhi, ma resti solo un putrido
ricordo destinato a marcire.

CONTRO I FASCISMI DI OGGI
PARTIGIANI SEMPRE!!


 

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