CORTEO CITTADINO: 21/04 ORE 16.00 PIAZZALE DELLA STAZIONE, PADOVA

NON VALE LA PENA DI TROVARE UN POSTO IN QUESTA SOCIETÀ
MA DI CREARE UNA SOCIETÀ IN CUI VALGA LA PENA DI TROVARE UN POSTO

 Nel momento di crisi economica che stiamo vivendo, assistiamo a ripetuti attacchi da parte della classe dominante, rappresentata nei suoi interessi politici ed economici dal governo Monti, nei confronti di tutti i proletari, lavoratori e studenti. L’evidenza di questi attacchi sono le ultime manovre del governo che di fatto hanno portato all’aumento delle tasse, al taglio dei fondi per la scuola pubblica e la sanità, all’aumento delle rette universitarie, mentre dall’altra finanziano imprenditori e privati e introducono la riduzione delle imposte alle imprese. In questo contesto si inserisce la futura riforma del lavoro, con l’intento di modificare l’articolo 18, aumentare la flessibilità all’entrata potenziando l’apprendistato, introducendo il salario ridotto per i neoassunti.

Queste sono le ricette adottate per la risoluzione della crisi: imporre sacrifici sempre maggiori a tutti noi. Contemporaneamente vengono utilizzati i soldi pubblici per la costruzione di tanto costosissime quanto inutili opere infrastrutturali come il TAV, l’applicazione di nuove telecamere e tecnologie per il controllo sociale, la militarizzazione delle città e il continuo rifinanziamento alle missioni di guerra. L’ università oggi non è una struttura neutra nei confronti di tutte queste decisioni, ma anzi uno degli strumenti che la classe al potere possiede per produrre e trasmettere la propria ideologia, per soddisfare i bisogni tecnici del sistema produttivo e per organizzare e pianificare il dominio di classe. È proprio in università che si formulano le nuove teorie economiche che i governi di turno applicheranno o le nuove teorie sociali utilizzate per pianificare il controllo dei territori e delle città, è inoltre attraverso la ricerca scientifica e tecnologica che si progettano i nuovi prototipi applicati poi in campo bellico per uccidere popolazioni intere. L’università infatti produce due tipologie di laureati: quelli che andranno a costituire la futura classe dirigente del paese, come gli studenti che fuoriescono dalle università di élite quali la Bocconi di Milano (lo stesso Mario Monti) o la Normale di Pisa; e quelli che invece andranno a costituire la mano d’opera tecnica, funzionale alla produzione. Le figure come il dirigente commerciale, il cronometrista, il direttore del personale,il responsabile assunzioni, il tecnico responsabile della produzione, lo psicologo del lavoro etc, fanno parte di un sistema di pressione esterna esercitato su lavoratori e operai, che viene prodotto ideologicamente e materialmente nel modello di scuola attuale.
In quanto studenti oggi, per cambiare questa società e distruggere il sistema di sfruttamento che viene pianificato e mantenuto dalla classe dominante, siamo di fronte alla necessità di partire dall’università che viviamo per combattere i meccanismi che la rendono funzionale a questo sfruttamento. Con questa finalità occupiamo spazi universitari: sia per togliere dal degrado stabili abbandonati e inutilizzati in faccia alla mancanza di aule studio, di mense adeguate o spazi di socialità per gli studenti, ma soprattutto per creare spazi dove si pensa e si crea già una forma nuova di università e quindi di società. Liberare uno spazio significa trovare il tempo, il luogo e le modalità di critica e di lotta alle funzioni economiche, tecniche e sociali dell’università nel quadro dei rapporti capitalistici oggi, in questa società.
Con queste riflessioni rispondiamo e rilanciamo l’appello del c.p.o. Gramigna a partecipare al corteo cittadino del 21 aprile, contro le manovre del governo monti finalizzate a tutelare gli interessi capitalistici della classe padronale e di chi detiene il potere politico da sempre, contro le logiche speculative alla base della costruzione di opere inutili prime tra tutte il TAV, in sostegno e difesa di tutti gli spazi di socialità e di agibilità politica.
La soluzione adottata dall’alto delle poltrone e dei palazzi di potere è quella di imporre sempre più sacrifici e sfruttamento per tutti noi.

Come risposta: occupiamo spazi in cui pensare collettivamente una società diversa e auto-organizziamoci nella lotta per ottenerla!

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