Faccio Resistenza, sono Antifascista

Lo scorso 9 febbraio forza nuova ha organizzato un incontro sulle foibe nella sala verde del Pedrocchi, mentre il 10 febbraio casa pound discuteva sullo stesso tema nel locale “Metropolis”. Il 17 febbraio si sarebbe dovuta svolgere, presso un’aula comunale, una conferenza tenuta dagli storici Volk e Kersevan dal titolo “L’uso politico della storia: foibe, un caso di revisionismo italiano”. La conferenza è stata però annullata: a pochi giorni dall’incontro l’Assessore Silvia Clai ci ha comunicato che il permesso per l’aula era stato revocato, poiché la stessa serviva per un’iniziativa comunale non meglio specificata (che poi si è rivelata essere le prove di un suonatore di xilofono!). Anche altri gruppi, al di fuori degli schemi istituzionali, hanno riscontrato difficoltà nell’organizzazione di iniziative simili alla nostra.
Il 19 febbraio è stata poi approvata una legge, che impone alle scuole di chiamare a parlare delle foibe solo i testimoni diretti di quegli eventi.
Formazioni di estrema destra, da casa pound a forza nuova, stanno prendendo sempre più spazio, appoggiati più o meno apertamente dalle istituzioni. Di pari passo alla loro legittimazione, aumentano anche i casi di aggressioni e pestaggi nei confronti di immigrati, omosessuali e antifascisti. (per info www.ecn.org/antifa).

A distanza di 65 anni dalla fine della seconda guerra mondiale ci troviamo davanti ad uno Stato che non è capace di ammettere gli orrori commessi dal fascismo fuori e dentro i confini nazionali. Tale incapacità porta necessariamente alla riscrittura della storia e alla riabilitazione del fascismo.
Riabilitazione che passa anche attraverso la svalutazione della festa del 25 aprile, giorno in cui le cariche istituzionali tendono sempre più a mettere sullo stesso piano partigiani e repubblichini.

È necessario smontare questo teatrino della politica, che legittima i fascisti per usarli nella società come strumento di divisione. La diffusione di idee razziste permette di individuare nel diverso il caprio espiatorio, verso il quale catalizzare ogni tensione sociale, facendo dimenticare i veri responsabili del malessere delle classi subalterne.

Noi crediamo nella necessità di riappropriarsi dal basso della festa per la liberazione, attraverso le più svariate forme di resistenza.
Per contrastare questo teatrino, per smontare il palco a questi politici proponiamo un percorso che vede gli studenti, ma non solo, protagonisti in quattro atti: il primo atto sarà itinerante con mostre, materiale informativo e proiezioni, in vista del 25 aprile; il secondo atto, un concerto antifascista il 30 aprile; il terzo atto sarà nella prima settimana di maggio, l’assemblea-dibattito sul revisionismo che ci era stato impedito svolgere.
Il fascismo, con i suoi contenuti classisti di razzismo, xenofobia, sessismo, non entrerà nella nostra università, non troverà agibilità nelle nostre città.

Fuori i fascisti dalle nostre aule, dai nostri quartieri

 

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