Convoglio Viva Palestina – Verso Gaza

Dopo le difficoltà incontrate prima di intraprendere l’ultima parte del viaggio che si presenta anche come la più incerta il convoglio di “Viva Palestina” partito da Londra lo scorso 18 settembre sta per lasciare Lattakia dove è stato fermo 16 giorni per soddisfare alle richieste del governo egiziano dovrebbe essere partito in vista del porto di El Arish.

Di seguito riportiamo la lettera di un compagno arrivata qualche giorno fa:

…da Lattakia
Finalmente trovo il tempo per scrivere qualcosa. Siamo a Latakkia, una citta’ costiera della Siria e siamo in attesa, da quasi due settimane, del permesso, da parte delle autorita’ egiziane, di poter partire alla volta dell’Egitto per poi entrare nella Striscia di Gaza.
L’attesa sembra che si stia concludendo. Ieri le emittenti televisive arabe dicevano che l’Egitto ha dato il suo permesso. Ora quindi non si tratterebbe piu’ di problemi politici e diplomatici ma solamente organizzativi. Siamo talmente in “tanti” che sembra che una sola nave non basti. Intanto all’ex campo profughi dove bivacchiamo, campo che ha ospitato i profughi palestinesi del 1948, abbiamo cominciato le pulizie, i preparativi, abbiamo fatto rifornimento ai veicoli…insomma la partenza sembre piu’ che mai prossima.
Siamo felici di poter finalmente partire ma anche un po’ preoccupati per come andra’ questa ultima tappa, sicuramente la piu’ delicata, di questo nostro lungo percorso. Incontreremo problemi in acque internazionali con le navi militari israeliane? In Egitto faranno altri problemi una volta arrivati? ci permetteranno di entrare tutti nella striscia di Gaza?
In Turchia abbiamo avuto la migliore ospitalita’ che potevamo avere: una ospitalita’ genuina, sincera dettata veramente dal cuore delle persone che incontravamo durante il tragitto. Gente che ci salutava, che ci offriva del cibo (una donna ci ha offerto pure dei soldi mentre passavamo per la sua citta’), disposta a fare qualsiasi cosa per renderci meno faticoso il viaggio…tutte persone che pur non partecipando al convoglio sono riuscite a darci dei bellissimi benvenuto, considerando anche la loro poverta’ materiale. Insieme alla gioia nel vederci si univa anche il dolore per la morte delle nove persone turche uccise dai soldati isareliani sulla Mavi Marmara. Il percorso lungo la Turchia ha voluto essere anche un percorso che toccasse i luoghi in cui sono stati seppelliti i nove attivisti turchi. La consapevolezza che una iniziativa del genere potesse anche avere il ruolo di non dimenticare queste persone e la causa per cui combattevano ha creato un clima di solidarieta’, di fratellanza, di straordinaria umanita’ tra persone che mai si erano conosciute. Sembrava di rivedere dei fratelli dopo tanto tempo di lontananza.
Ho visto un paese che nella mggior parte dei casi ha saputo reagire a quello che e’ successo andando al di la del lutto privato dei famigliari delle vittime. Questo penso che sia molto importante.
In Siria abbiamo avuto un altro tipo di accoglienza. Qui ci sono molti palestinesi, soprattutto nel quartiere dove si trova il campo in cui viviamo. Spesso ci invitano a casa loro, spesso vengono a trovarci nelle nostre casette. Un giorno siamo andati a trovare una famiglia profuga palestinese per un te’. Alla fine della serata ci avevano offerto qualsiasi tipo di cibo. A volte sembra un po’ strano vivere queste situazioni dove rivestiamo un ruolo quasi da eroi. Alla fine se sono qui e’ per cercare di aiutare i palestinesi sia con gli aiuti, sia con il gesto politico di entrare attraversio il valico di Rafah, ma sempre con molta umilta’ senza grandi celebrazioni e ovazioni. Ma non e’ tanto la gioia genuina dei palestinesi che critico ma quella istituzionale siriana (e in parte turca) che ci ha accolto al confine con le autorita’, con i militari, con delle poltroncine e del cibo servito su vassoi. Se sono qui lo faccio per i sorrisi sinceri delle persone sincere e non per i sorrisi interessati di qualche politico, qualsiasi sia la sua posizione sulla questione palestinese.
A parte questo spero di potervi scrivere ancora prima di tornare in Italia…magari da Gaza.

un abbraccio a tutti

Stefano

Aggiornamento:
Ultime novita’:
finalmente si parte!!!
Lunedi’ alle nove partiremo dal; porto di Lattakia alla volta
dell’Egitto. Siamo ormai tutti pronti. Il morale e’ alto e la voglia di
entrare a Gaza e’ grande.
Con la nave passeremo dal luogo (in acque internazionali) in cui c’e’
stato l’attacco alla Mavi Marmara. Qui depositeremo dei fiori, delle
corone.
Lunedi’ arriveremo in egitto ed entremo nella striscia di Gaza. Qui
resteremo per tre notti.
Questo e’ il programma.

a presto

Stefano

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