La migliore solidarietà è la lotta

Questo non é un comunicato di solidarietà ai compagni del Gramigna e ai residenti di Torre che la mattina del 23 marzo si sono visti sgomberare violentemente uno spazio, l’ex scuola Davila, occupato da 5 mesi.

Uno spazio abbandonato da anni, in un quartiere abbandonato da anni dall’amministrazione comunale (a guida PD) che invece é stata solerte a richiedere lo sgombero e la parziale demolizione di questo stabile . Stabile che iniziava ad essere vissuto da tutti grazie alle varie attività avviate o che lo stavano per essere, come la palestra popolare, le serate musicali, le iniziative culturali, la presentazione di libri o i dibatti. Altre ancora erano in procinto di partire grazie all’importante presenza dei residenti di Torre che giustamente volevano entrare da protagonisti nella riqualificazione del loro quartiere, nella ricostruzione di quel tessuto sociale annientato dalle ordinanze repressive, dalle ruspe e dalla polizia e militari mai assenti in questa città sempre più ‘pulita’ e vuota.

Dicevamo che questo non è un comunicato di solidarietà a chi ha subito l’ennesima dimostrazione di forza di un’amministrazione che della repressione e delle speculazioni edilizia fa bandiera ma la promessa di essere sempre al fianco di chi quotidianamente lotta per migliorare le città, i quartieri, ripartendo dai bisogni reali di chi le vive e non vuole lasciarle morire sotto il peso asfissiante delle colate di cemento.

La riappropriazione e la riqualificazione degli spazi abbandonati, dei nostri spazi quotidiani non è un passatempo ma una necessità.

Come è necessario costruire un fronte comune contro la guerra che il governo italiano sostenuto dall’opposizione democratica, ha lanciato in Libia, contro questa malsana e razzista gestione del grande flusso immigratorio che sta attraversando il nostro paese, contro la privatizzazione di quelle risorse che devono restare pubbliche, come l’acqua o il rilancio speculativo di questa tecnologia obsoleta e redditizia per pochi ma nociva per molti che è il nucleare.

Per costruire questi percorsi di partecipazione antagonista alla distruzione sociale e materiale che politici e speculatori stanno attuando, dobbiamo conquistarci quegli spazi e quei tempi che oggi ci vengono negati e non lo si potrà fare in altro modo che attraverso nuove occupazioni.

 

Rilanciamo anche l’appello per la presenza in piazza il 16 aprile per dimostrare a giunta comunale e alle forze repressive che gli spazi sociali non si toccano, che la guerra colonialista non avrà mai il nostro appoggio!

Questa voce è stata pubblicata in General. Contrassegna il permalink.