La repressione non conosce soste ma non ferma le lotte

La repressione in Italia non conosce soste: due settimane fa a Padova, veniva sgomberato e posto sotto sequestro il c.p.o. Gramigna, il 6 Aprile, figuri in divisa, provvedevano a portare in carcere 5 compagni a Bologna e uno a Ferrara, porre sotto sequestro il circolo anarchico Fuoriluogo, eseguire decine di perquisizioni e colpire con provvedimenti di obbligo o divieto di dimora altri 7 “attivisti”. Il messaggio è chiaro: non dare spazio a luoghi in cui a regnare non siano le logiche del mercato e colpire qualsiasi persona intenda denunciare apertamente la nocività di questo sistema. Qui come al di là del Mediterraneo.
L’Italia ha infatti iniziato una nuova guerra: a cento anni dal primo ingresso colonialista in Libia, lo stato italiano corre a bombardare i libici, con l’assenso bilaterale dei partiti, tutti interessati a mantenere la posizione di dominio dell’Eni in Libia e a incrementare la produzione delle armi di Finmeccanica, che tanto bene fa al bel paese e a Gheddafi (secondo azionista di questa industria della morte). Le guerre colonialiste sono possibili solamente se i sudditi dei paesi “colonizzatori” non inceppano questa Megamacchina. Quando qualcuno comincia ad alzare la testa e a colpire il potere, questo reagisce con la repressione cercando di evitare qualsiasi diffusione di pratiche di lotta che minano il suo monopolio di controllo, paura, polizia.
Arresti, perquisizioni e sgomberi, per fermare l’opposizione alle multinazionali distributrici di miseria all’ingrosso, ai CIE (o alle “nuove” e “umanitarie” tendopoli), per fermare chi mostra che la crisi non è qualcosa di passeggero, ma ciò che garantisce i profitti e la possibilità di sfruttare i lavoratori, in Africa, in Libia, in Cina, in India, in Brasile e qui a Padova come a Bologna. Se loro rispondono con codeste misure significa che la strada è quella giusta.
Esprimiamo la massima solidarietà per tutti gli arrestati e indagati ,
la lotta non si arresta e non si sgombera, così a Padova così a Bologna, la solidarietà si applica moltiplicando le lotte.

Contro la guerra, contro gli arresti e gli sgomberi, scendiamo in piazza, il 16 Aprile, a Bologna e a Padova due cortei contro la repressione, contro la guerra in Libia!

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